L’agnocasto è una pianta nativa dell’Asia centrale e dell’Europa mediterranea. Il nome deriva dal latino “agnus castus” (agnello casto), un termine che gli antichi botanici avevano scelto per indicarne l’azione sedativa rispetto al desiderio sessuale e all’aggressività. Il principio attivo è concentrato nei semi, che contengono oli essenziali, flavonoidi e iridoidi glucosidici. I suoi estratti sono stati utilizzati per secoli nel trattamento di svariati disturbi ginecologici, quali sindrome premestruale, mastalgia ciclica ed irregolarità mestruali.
L’attività farmacologica della pianta deriva dalla presenza nei suoi estratti di composti dotati di proprietà dopaminergiche (*) capaci di ridurre la mastodinia ed altri sintomi associati alla sindrome premestruale.
Per via degli effetti dopaminergici dei suoi estratti, l’agnocasto è controindicato in pazienti trattate con farmaci per il morbo di Parkinson, quali bromocriptina e metoclopramide, antipsicotici ed agonisti dopaminergici. Un uso cauto viene suggerito nelle donne che utilizzano contraccettivi orali ed in quelle sottoposte a terapia ormonale sostitutiva.
Sindrome premestruale: studi su alcune molecole
Da una pubblicazione comparsa a dicembre sul BMC Complement Altern med (BMC Complement Altern Med. 2014 Dec 18;14(1):511) è risultato che gli effetti del Vitex agnus-castus e della bromocriptina, farmaco corrispondente, sono sovrapponibili. Pertanto entrambi sono in grado di essere validi nella terapia per quanto riguarda donne con oligo/amenorrea, iperandrogenismo e nella sindrome ovarica policistica.
Il trattamento con una delle due sostanze deve comunque essere effettuato sotto controllo medico comprendente il dosaggio ormonale e la visita ginecologica.
Particolare cautela deve essere adottata in pazienti in trattamento con alcaloidi della segale cornuta o farmaci che agiscono sulla pressione arteriosa in relazione ad un possibile effetto potenziante. La tolleranza al trattamento può essere ridotta dall’assorbimento simultaneo di alcool. La risposta al trattamento può risultare inibita dall’associazione con griseofulvina.
Esistono comunque valide alternative per ridurre la vulnerabilità alla semplice sindrome premestruale, correggendo semplicemente lo stile di vita.
Sindrome premestruale: tra evitare e privilegiare
In particolare è fondamentale:
– evitare i cibi in scatola o comunque conservati: contengono infatti sostanze che aumentano nel cervello gli aminoacidi eccitatori, favorendo irritabilità e aggressività.
– privilegiare frutta e verdura fresche, pesce, formaggi freschi.
– evitare gli alcolici e le sostanze eccitanti come la caffeina e la teina.
– dormire otto ore per notte: il sonno, grande custode della nostra salute, fisica e mentale, se carente cronicamente, crea squilibri nella regolazione ormonale del ciclo mestruale. Facilita la depressione e peggiora nettamente la sindrome premestruale.
– fare almeno mezz’ora di movimento fisico ogni giorno: lo sport consente di scaricare in modo naturale le tensioni, la rabbia e l’aggressività, evitando che il sovraccarico di energia negativa si ripercuota sull’equilibrio ormonale e psichico.
– ridurre lo stress quotidiano, individuando uno spazio personale, anche piccolo, di relax;
– respirare lentamente e profondamente tutte le volte che si può: alla guida, in ufficio, in coda.
(*) Le funzioni dopaminergiche si possono suddividere in: 1) controllo motorio; 2) effetti comportamentali; 3) controllo endocrino.
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