La Dott.ssa Annarita Bianchi è risultata vincitrice di una borsa di studio di un anno finanziata con fondi relativi alla Convenzione tra il Dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e l’Associazione Italiana per la Promozione delle Ricerche su Ambiente e Salute umana (AIPRAS Onlus). La convenzione ha come responsabile scientifico la Prof.ssa Anna De Maio.
Lo studio è finalizzato ad attività di ricerca dal titolo “Caratterizzazione della poli(ADP)ribosilazione e studio dello stress ossidativo in organismi animali e vegetali esposti a stress abiotici e ad agenti inquinanti”.
La Dott.ssa Bianchi studia lo stress ossidativo nell’uomo, in animali e vegetali.
In particolare, determina: la concentrazione di idroperossidi e la capacità antiossidante in siero, plasma e sangue intero, ed in siero e plasma seminale umano; la concentrazione e la capacità antiossidante totale idrosolubile e liposolubile in animali e vegetali sottoposti e non a stress ambientali, mediante test spettrofotometrici (ABTS, DPPH); l’attività enzimatiche antiossidanti, quali superossido dismutasi (SOD), catalasi (CAT) e glutatione perossidasi (GPx).
Inoltre, la dottoressa studia e caratterizza la reazione di poli(ADP)ribosilazione in animali esposti ad agenti inquinanti (metalli pesanti) e piante esposte a radiazioni ionizzanti, stress idrico, elevate temperature ed inquinanti.
Lo stress ossidativo è una condizione patologica caratterizzata da un’alterazione dell’equilibrio tra la formazione e l’eliminazione delle specie ossidanti. Queste molecole, note come radicali liberi, sono fisiologicamente prodotte nel nostro organismo e svolgono importanti funzioni cellulari. Tuttavia, in condizioni di stress ossidativo, i sistemi di difesa antiossidanti non riescono a contrastare l’aumento dei radicali liberi, i quali, a causa della loro instabilità chimica ed elevata reattività, risultano particolarmente dannosi per le cellule ed i tessuti. I fattori di rischio dell’iperproduzione dei radicali liberi sono legati a diverse condizioni esterne all’organismo, come l’inquinamento, l’eccessiva esposizione solare, le radiazioni ionizzanti, l’intenso e prolungato esercizio fisico, il fumo di sigaretta, l’abuso di alcool e l’uso di stupefacenti. Inoltre, la predisposizione genetica e le patologie metaboliche (diabete, sovrappeso e obesità) sono alla base di una minore funzionalità dei sistemi antiossidanti endogeni, con conseguente aumento dei fenomeni ossidativi. Recentemente lo stress ossidativo è stato anche correlato all’infertilità maschile e femminile.
Valori elevati di ROS possono causare gravi danni strutturali e funzionali a proteine, lipidi di membrana e DNA.
Una delle prime risposte molecolari al danno al DNA è l’attivazione della poli(ADP)ribosilazione. Essa è una reazione di modificazione post-traduzionale di proteine catalizzata da una famiglia di enzimi, le poli(ADP-ribosio) polimerasi (PARP), di cui i membri più studiati sono PARP1 e PARP2, enzimi localizzati nel nucleo e considerati “marcatori di danno” al DNA. Le PARP animali e vegetali sono coinvolte in un’ampia varietà di processi fisiologici (riparazione del DNA, mantenimento della stabilità genomica, regolazione dell’espressione di genica, ecc) e patologici di tipo infiammatorio e cronico-degenerativi (malattie cardiovascolari, neurodegenerative, metaboliche e cancro).