Il 22 agosto l’uomo avrà consumato tutte le risorse biologiche che gli ecosistemi naturali del Pianeta possono rinnovare nel corso dell’intero anno. La buona notizia è che i lockdown a livello mondiale per la pandemia da Covid-19 hanno posticipato la data di quasi un mese rispetto all’anno precedente. Era da 15 anni che l’Overshoot day non si registrava così tardi: nel 2005 cadde il 25 agosto. Poi, sempre prima. Lo scorso anno il 29 luglio.
Overshoot day- l’umanità continua a utilizzare il 60% in più di quanto si possa rinnovare.
A calcolare la data è il Global Footprint Network, l’organizzazione di ricerca internazionale che tiene la contabilità dello sfruttamento delle risorse naturali, cioè dell’impronta ecologica.
Il coronavirus che ha chiuso gli uffici e i negozi, azzerato gli spostamenti e il turismo mettendo in ginocchio l’economia, ha anche ridotto del 9,3%, rispetto all’anno scorso, l’impronta ecologica dell’umanità. Gli studi indicano anche che nel 2020 le emissioni di carbonio sono scese del 14,5%, grazie alla flessione dei consumi energetici. Quella legata al consumo di prodotti forestali (-8,4%), per via della contrazione della raccolta di legname, di cui c’è una minore domanda.
Ma è una riduzione che, purtroppo, non può essere considerata un successo, perché non si tratta di un cambiamento strutturale, ma solo di un effetto temporaneo dato dall’impatto della pandemia e delle misure adottate dai governi.
Insomma, un effetto inaspettato della pandemia che potrebbe essere vanificato già il prossimo anno, se non interveniamo sul nostro modo di produrre, distribuire e consumare.
La riduzione inattesa dell’impronta ecologica “non deve essere interpretata come un’inversione di tendenza intenzionale, necessaria a raggiungere sia l’equilibrio ecologico sia il benessere delle popolazioni. Due componenti inestricabili dello sviluppo sostenibile”, sottolinea il Global Footprint Network. L’umanità, infatti, utilizza attualmente il 60% in più di quanto si possa rinnovare. In pratica è come se si consumassero le risorse di 1,6 pianeti Terra.
Overshoot day- Va meglio, invece, con gli sprechi.
Nel 2020 il rapporto Waste Watcher ha registrato per la prima volta in dieci anni un bilancio positivo in Italia con 1,5 miliardi di cibo risparmiato in un anno (-25%). Coldiretti ora conferma che più di 1 italiano su 2 (54%) ha diminuito o annullato gli sprechi alimentari adottando nell’ultimo anno strategie che vanno dal ritorno in cucina degli avanzi ad una maggiore attenzione alla data di scadenza, fino alla spesa a chilometri zero dal campo alla tavola con prodotti più freschi che durano di più.
“Insieme al Global Footprint Network abbiamo stimato che ripensando il nostro approccio al cibo, eliminando gli sprechi alimentari, prediligendo alimenti stagionali, scegliendo prodotti sostenibili e seguendo diete più sane, bilanciate e a base vegetale potremmo spostare l’Overshoot Day in avanti di 32 giorni”, spiega Marta Antonelli, direttore di Ricerca della Fondazione Barilla.